
Ieri ho dovuto eseguire per la prima volta nella mia vita un intervento di devitalizzazione di un dente, a causa di un granuloma alla radice. Ero molto preoccupata, avendo avuto altri interventi ai denti, anche di maggiore delicatezza, ma mai questo tipo di cura dentaria. Il dentista, un professionista molto calmo e gentile, coglie questa mia emozione e mi chiede come sto. Gli dico di non aver mai dovuto devitalizzare un dente e che essendo l’unico intervento odontoiatrico mai sperimentato prima mi sento preoccupata, nonostante io sia cosciente che si tratti di una cura di routine e indolore. Mi guarda e mi dice in un modo che percepisco come molto saggio e “pensato” (si, la calma e la gentilezza aiutano la connessione tra il pensiero reale e quello simbolico) che è errato definirla devitalizzazione. Il trauma sotto la radice del dente lo ha già devitalizzato, il dente non ha vita. “Quello che faremo possiamo definirlo piuttosto un funerale. Lo puliamo, lo sistemiamo e gli diamo sepoltura”. Questa frase mi colpisce molto, la trovo simbolicamente geniale, quasi psicoanalitica. Alcune volte delle parti del nostro corpo rispecchiano cosa accade nel nostro mondo psichico. Un trauma “uccide” una parte di noi e come accade per i denti, non si procede distruggendola o ignorandola, ma si dovrebbe fare il funerale: si esplora la parte senza vita, si ripulisce con delicatezza (l’intervento effettivamente si chiama cura/terapia canalare), si richiude, si fa in modo che il trauma (il granuloma che si trova alla radice del dente) non si nutra più di quello che rimane del dente ormai senza vita (che in questo modo è ancora possibile usare!). Mi sembra che il corpo ci trasmetta come questo possa essere anche il lavoro della nostra psiche: congedare e fare simbolicamente il funerale ad alcune parti di noi, traumatizzate e devitalizzate, per dare loro nuove funzioni e nuove forme, affinché i nostri traumi e i nostri dolori più profondi non possano più nutrire quelle parti; da analizzare, risignificare, da far rivivere, da trasformare.
Dott.ssa Chiara Spadaro